La mietitrebbia è uno dei mezzi agricoli più affascinanti: ha sicuramente rappresentato una svolta storica nei lavori agricoli, sollevando l’uomo dalle fatiche della trebbiatura, ma è anche un mezzo che colpisce e impressiona al primo sguardo per le sue dimensioni. Questo capita soprattutto nei più piccoli, che rimangono attoniti e stupiti quando si trovano di fronte a questo colosso meccanico in giro per le strade di campagna – un mastodonte in confronto alle automobili!
Prima della produzione di questa macchina agricola, la trebbiatura, abbiamo detto, era un lavoro svolto interamente dall’uomo. Qual è il fine della trebbiatura? È quello di separare i chicchi di frumento dalla pula e dalla paglia.
Pur essendo un’attività che coinvolgeva tutta la famiglia e persino tutto il vicinato e che viene ancora narrata da chi l’ha vissuta in prima persona come un’esperienza positiva indimenticabile, di unità familiare e collaborazione, bisogna ammettere che comportava tantissimo impegno e fatica.
L’arrivo della mietitrebbia ha sicuramente privato la trebbiatura di questo suo coinvolgimento emotivo, ma ha reso il lavoro molto più agevole e produttivo e, soprattutto, meno faticoso.
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Come funziona la mietitrebbia?
La mietitrebbia, spiegato in maniera molto semplificata, è una macchina agricola dotate di un telaio, al quale sono collegati organi di taglio: una barra mietitrice, un dispositivo trebbiante e un abbattitore.
Il suo funzionamento, però, è alquanto complesso.
Cominciamo dall’inizio: gli organi di taglio, regolati ad una specifica altezza da un apposito comando, procedono al taglio delle spighe; una volta prelevate avviene la separazione dei semi dalla paglia; i semi vengono poi convogliati verso un sistema di pulitura – un ventilatore e un dispositivo che elimina le impurità; la paglia, nella quale potrebbero essere rimasti ancora intrappolati dei semi, viene scossa ulteriormente e i semi così ottenuti vengono uniti agli altri; una volta terminati tutti questi processi che avvengono all’interno del corpo della mietitrebbia, il prodotto, ovvero i semi, migrano verso il serbatoio, e da qui, attraverso un’apposita uscita, vengono trasferiti nei cassoni di trattori e autocarri.
I tipi di mietitrebbia
In commercio esistono molti tipi di mietitrebbia, che vengono scelte in base al tipo di colture e di terreni su cui si deve lavorare.
Partiamo dalla mietitrebbia portata, un modello che non si è diffuso tanto in Italia: è di piccole dimensioni e viene legata ad una trattrice che la trascina durante la trebbiatura.
C’è poi la mietitrebbia semovente – semicingolata, a cingoli e a ruote –che è la più utilizzata e diffusa nel nostro Paese. Si tratta di un mezzo dotato di motore ed è omologato per viaggiare su strada. Queste mietitrebbie sono spesso fornite di impianto autolivellante, in modo che il mezzo sia capace di effettuare una mietitura uniforme anche sui terreni più dissestati.